Sacra di san Michele e cava della Picrica

Automobile e bicicletta passando per il colle Braida. Da Sant'Ambrogio si sale alla Sacra attraverso un sentiero (2h) o una via ferrata. La cava è sita a dieci minuti di cammino dal parcheggio lungo la strada provinciale per il Colle Braida.

Punti di ristoro e alloggio a 1 km

La Sacra di San Michele, monumento simbolo del Piemonte, costituisce una meta turistica di straordinario fascino. Tra i motivi del suo richiamo ci sono le valenze architettoniche ma anche la cornice paesaggistica e naturale, la quale presenta interessanti aspetti geologici e geomorfologici: le rocce di origine oceanico e sotto-crostale modellate dal ghiacciaio valsusino, i massi erratici, i terrazzamenti di pietra a secco e le cave storiche. La cava più facilmente accessibile e ricca di interesse archeologico - industriale è la Cava della Picrica o D’Andrade, le prasitini qui affioranti sono di ottima qualità, facilmente riducibili in sagome squadrate, a struttura compatta e omogenea. Grazie a queste proprietà le rocce sono state utilizzate oltre che ai fini strutturali, anche per elementi ornamentali che caratterizzano gli esterni e gli interni della chiesa sommatale della Sacra.

Dal punto di vista della composizione, la scabra superficie di queste pietre mette in risalto due principali minerali: la clorite, di colore verde e l'albite, bianca, puntiforme. L'attuale composizione litologica, che risale al sollevamento della catena alpina (iniziato circa 100 milioni di anni fa), rimanda in realtà a tempi geologicamente più antichi: sia la clorite che l'albite hanno avuto luogo per ricristallizzazione di minerali preesistenti, riferibili allo stesso ambiente di formazione delle pietre grigie. Ricostruendo la loro storia, le prasiniti derivano, più in particolare, da magmi basaltici le cui colate, provenienti dalle profondità della Terra ed effuse in superficie attraverso le fenditure della crosta, diedero origine ai fondali del mare sui quali si andavano contemporaneamente formando i fanghi calcarei di cui si è detto. In seguito all'azione delle forze che determinarono la formazione delle Alpi, scaglie e lembi dei fondali oceanici furono spinti in alto andando a costituire molte cime circostanti la Sacra, come il Civrari, il Rocciavrè, l'Orsiera e, più a Sud, lo stesso Monviso. Le pressioni e le temperature che hanno accompagnato questo processo sono state la causa di ripetute trasformazioni mineralogiche che prendono il nome di metamorfismo e a cui si deve l'aspetto attuale di numerose rocce alpine.

Il profilo del versante su cui sorge la Sacra di San Michele descrive una sella allungata per alcune centinaia di metri, con una base pianeggiante posta tra l’edifico (a nord) e il versante roccioso (a sud). Tale forma rappresenta la traccia di modellamento di un antico scaricatore glaciale, un corso d’acqua laterale al ghiacciaio. Lo scaricatore glaciale defluiva in quella posizione quando il volume della massa glaciale era tale da raggiungere almeno la cima del Monte Pirchiriano (quota altimetrica 936 metri sul livello del mare), ora inglobato entro l’edificio della Sacra di San Michele.